Un giusto approccio delle compagnie di Oil&Gas in Africa porta, oltre allo sviluppo delle economie locali, anche a una crescita del cosiddetto capitale umano. Ed Eni ne e’ una prova. La dimostrazione viene fornita da Roberto Casula, Chief Development, Operations and Technology Officer della compagnia, intervenuto alla Conferenza delle Nazioni Unite dedicata ai Paesi africani meno avanzati in occasione dell’Expo. “Il ruolo, e aggiungerei la responsabilita’, dell’industria estrattiva nel raggiungere gli obiettivi dello “Human Development”, oltre ovviamente alla crescita del Pil, e’ oramai riconosciuto”, ha detto Casula. E questo vale a maggior ragione per l’Eni, in virtu’ della sua “lunga presenza” nel continente, e “l’approccio unico” che ha sempre caratterizzato il lavoro della compagnia nel continente. L’Eni, attiva in Africa sin dagli anni cinquanta, opera attualmente in 15 Paesi, con ampia maggioranza di personale locale.

I Governi nazionali, ha spiegato Roberto Casula, “dagli accordi con le compagnia petrolifere ottengono risorse importanti per i propri bilanci ( attraverso tasse, royalties, profit sharing) risorse che possono essere messe a disposizione per migliorare i sistemi sanitari e scolastici, per i trasporti e le infrastrutture energetiche”.

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